Allora Marco, spiegami un po' cosa c'è dietro a questo progetto live, perché "un disco live lo fanno tutti. Un nuovo progetto live lo fa solo Marco Parente" (come recita la pubblicità radiofonica, NdA.)
(risate) Non volevo fare il solito disco live autocelbrativo
con la semplice ritrasposizione dei soliti pezzi. Questo disco nasce
dall'esigenza di indirizzare nelle giusta strada una delle varie
anime presenti in Trasparente.
Come la parte sperimentale ed elettronica era stata portata avanti
nella data del 13 Dicembre 2002
in collaborazione con Lorenzo Brusci, la parte più classicheggiante
ha trovato la sua esperienza dal vivo
nelle date insieme alla Millennium
Bugs' Orchestra di Mirco Guerrini. Questo nuovo disco
non fa altro che definire al meglio questo percorso, che comunque
già faceva parte di Trasparente, esattamente come Pillole Buone
ha fatto per la parte sperimentale.
Tutte le scelte riguardanti questo lavoro sono state prese in
modo da dare al disco una propria autonomia, a partire dalla scelta
dei pezzi fino a quella di dargli un titolo.
Parliamo di queste due cose. Per la scaletta ovviamente ti sarai basato sulla resa dei pezzi, oppure avevi già un'idea di base?
No. L'idea non c'era. Al massimo c'erano delle preferenze personali, ma alcune
non sono state rispettate, ad esempio mi sarebbe piaciuto mettere
Falso Movimento. I pezzi scelti sono
quelli che meglio si avvicinavano all'idea di disco cui si parlava prima,
quelli che meglio rappresentano delle reintepretazioni delle canzoni dei
miei dischi e non delle semplici riproposizoni con diversi arrangiamenti.
Fuck art & let's dance
ad esempio mi sembra particolarmente riuscito in quest'ottica: il suo
senso viene completamente stravolto. Su questo pezzo in particolare c'è
da dire che Mirko non aveva neanche una scaletta, ma ogni musicista
rappresentava una sorta di cellula autonoma che veniva chiamata in causa
in maniera del tutto casuale, una sorta di elemento di disturbo del pezzo
vero e proprio, suonato dalla mia band.
Una cosa importante da aggiungere è che i vari pezzi non stati mixati.
Non è stata fatta la classica operazione di taglia e cuci del solito
pezzo registrato in più date in modo da costruirne uno perfetto, è stato scelto il migliore e
quello è stato proposto, con tutti i pregi ma anche con tutti i difetti.
Sarà per questo motivo che nel disco non è presente neanche uno dei
pezzi suonati nella prima serata
(quella del 21-05-2003 alla Stazione Leopolda di FI, NdA). In quella particolare
circostanza c'era ancora un'idea troppo forte di "spettacolo",
con la banda di fiati che doveva interagire meno nella prima parte
per poi montare nella seconda, cosa che strideva con l'idea alla base del disco.
E per quanto riguarda il titolo?
Il titolo è quello dell'unico pezzo non musicato del
Libro Trasparente. Mentre tutti
gli altri sono i testi delle canzoni del disco o di quele eslcuse,
questo è l'unico a sé stante. Mi sembrava giusto usarlo in quest'ambito.
Poi, come sempre, le interpretazioni sono personali.
L'ultima battuta sulla veste grafica...
Anche in questo caso la parte grafica è stata curata da Samuel Calvisi. A
differenza delle altre volte, nelle quali ha lavorato su materiale di altri,
in questo caso ha fatto tutto lui. La foto di copertina (i cavi dell'alta
tensione di una linea ferroviaria, NdA), con quei cavi che ricordano un
omino stilizzato, si riallaccia comunque alla linea grafica degli altri
lavori legati a Trasparente. Il preistorico lucertolone dietro
invece crea una buona contrapposizione, richiamando quella
all'interno del disco stesso.
A cura di Simone Civai
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